Dal 27/02/2025 al 02/03/2025
giov e sab ore 19:30; ven ore 20:30; dom ore 16
Teatro Nazionale di Genova
Era il 1969 quando la tv svedese mise in onda Il rito di Ingmar Bergman. Per il grande regista questo testo, inizialmente pensato per il teatro, era una decisa presa di posizione contro quelle censure che lui stesso aveva dovuto sopportare. Con un tono ironico, a tratti grottesco, Bergman immaginò una situazione intrigante: tre attori sono stati denunciati per oscenità. E il giudice, incaricato di condannarli o meno, pretende che i tre facciano, solo per lui, l’intero spettacolo.
Scrive il regista Postiglione: «Il rito è una partitura di parole e rapporti fisici tesi e affilati. Nell’istruttoria che il giudice conduce, si dispiegano la fragilità e la nevrosi della bellissima Thea, la vanità violenta di Sebastian, la razionalità noiosa di Hans. Ma lo stesso giudice verrà stanato nella sua più oscura e repressa identità. E allora è la vita che viene messa sotto processo».
Era il 1969 quando la tv svedese mise in onda Il rito di Ingmar Bergman. Per il grande regista questo testo, inizialmente pensato per il teatro, era una decisa presa di posizione contro quelle censure che lui stesso aveva dovuto sopportare. Con un tono ironico, a tratti grottesco, Bergman immaginò una situazione intrigante: tre attori sono stati denunciati per oscenità. E il giudice, incaricato di condannarli o meno, pretende che i tre facciano, solo per lui, l’intero spettacolo.
Scrive il regista Postiglione: «Il rito è una partitura di parole e rapporti fisici tesi e affilati. Nell’istruttoria che il giudice conduce, si dispiegano la fragilità e la nevrosi della bellissima Thea, la vanità violenta di Sebastian, la razionalità noiosa di Hans. Ma lo stesso giudice verrà stanato nella sua più oscura e repressa identità. E allora è la vita che viene messa sotto processo».
di Ingmar Bergman
regia Alfonso Postiglione
con Alice Arcuri, Giampiero Judica, Alfonso Postiglione, Antonio Zavatteri
di Ingmar Bergman
regia Alfonso Postiglione
con Alice Arcuri, Giampiero Judica, Alfonso Postiglione, Antonio Zavatteri