08/03/2025
21.00
Teatro Garage
Il mito di Medea è forse quello che nei secoli è stato oggetto del maggior numero di riscritture, segno costante di un mito archetipico della cultura occidentale che non ha ancora perso il proprio potenziale di ispirazione. Opificio03 parte dalla tragedia di Euripide per attuare una riscrittura tesa ad indagare il vero nucleo della tragedia e a chiedersi in che modo il mito di Medea può ancora vivere nel mondo contemporaneo. Cos’è, o meglio, chi è Medea dopo 2500 anni dalla sua prima scrittura? Se la principessa di Colchide, figlia del discendente del dio sole, si trovasse a Termini nel 2023, chi sarebbe oggi Medea? La sua storia sarebbe la stessa?
Medea l’infanticida, la madre degenere, la pazza. Ma Medea è prima di tutto una straniera, accettata dalla comunità solo in funzione del proprio status di sposa di un membro di quella comunità stessa; quando viene meno quello status, la rovina può ricadere su di lei, la perdita di ogni diritto. Il vero motore che la spinge non è la vendetta, ma la rivalsa, la ribellione violenta e caotica ad un mondo più violento di lei che la rilega al ruolo di eterna vittima, l’unico ruolo possibile per una donna straniera.
Il mito di Medea è forse quello che nei secoli è stato oggetto del maggior numero di riscritture, segno costante di un mito archetipico della cultura occidentale che non ha ancora perso il proprio potenziale di ispirazione. Opificio03 parte dalla tragedia di Euripide per attuare una riscrittura tesa ad indagare il vero nucleo della tragedia e a chiedersi in che modo il mito di Medea può ancora vivere nel mondo contemporaneo. Cos’è, o meglio, chi è Medea dopo 2500 anni dalla sua prima scrittura? Se la principessa di Colchide, figlia del discendente del dio sole, si trovasse a Termini nel 2023, chi sarebbe oggi Medea? La sua storia sarebbe la stessa?
Medea l’infanticida, la madre degenere, la pazza. Ma Medea è prima di tutto una straniera, accettata dalla comunità solo in funzione del proprio status di sposa di un membro di quella comunità stessa; quando viene meno quello status, la rovina può ricadere su di lei, la perdita di ogni diritto. Il vero motore che la spinge non è la vendetta, ma la rivalsa, la ribellione violenta e caotica ad un mondo più violento di lei che la rilega al ruolo di eterna vittima, l’unico ruolo possibile per una donna straniera.
di e con Silvia Ponzo
Produzione Opificio03
regia Nino Sileci
sezione Progetto da Salotto
di e con Silvia Ponzo
Produzione Opificio03
regia Nino Sileci
sezione Progetto da Salotto