Dal 23/10/2024 al 24/10/2024
ore 20:30; giovedì ore 10:00 e ore 20:30
Teatro della Tosse
Malavitoso romano, Claudio Foschini ha passato la sua vita tra gli eccessi: dai picchi di adrenalina e incoscienza delle rapine in banca al baratro della “più profonda disperazione” di “una cella sporca, con quattro letti che si tiravano giù”; dalle estasi dell’eroina e della cocaina alla rabbia verso una società, quella italiana, che non riesce ad aiutare chi vive in miseria e non ha mezzi per riscattarsi.
Nato a Roma il 30/7/1949 tra le baracche del Rione Mandrione, Claudio cresce con un forte desiderio di affermazione, amplificato dalle umili origini della famiglia e da un futuro senza speranza: una spirale vertiginosa fatta di furti e rapine, amori e famiglia, rivolte e soprusi, arresti e condanne. Nel 1984, mentre sconta una lunga pena al carcere di Rebibbia, partecipa al primo progetto rieducativo per detenuti che si conclude con la messa in scena dell’Antigone di Sofocle: “un estremo atto d’amore” sono le parole che lo stesso Claudio usa per descrivere la sua esperienza con il teatro.
Come spesso accade, questi “eroi negativi” hanno dei tratti caratteriali forti che li distinguono dalla gente comune. Foschini aveva sicuramente un grande talento: raccontare e sapersi raccontare.
Lo spettacolo “Un estremo atto d’amore” riprende fedelmente le parole di Claudio in un unico monologo, a cui vengono contrapposti dei brevi passaggi dell’Antigone di Sofocle, affidati alla regia sonora: al linguaggio franco, lucido e sagace di Foschini viene contrapposto il tono aulico della tragedia greca, un “coro” che ci ritrae.
La musica e il sound design, diffusi in esafonia attraverso sei altoparlanti disposti intorno al pubblico, sostengono le fondamenta della narrazione e accolgono il pubblico all’interno di una gabbia virtuale immersiva quanto suggestiva “fatta di prigioni reali e prigioni interne, che sono le peggiori”.
Malavitoso romano, Claudio Foschini ha passato la sua vita tra gli eccessi: dai picchi di adrenalina e incoscienza delle rapine in banca al baratro della “più profonda disperazione” di “una cella sporca, con quattro letti che si tiravano giù”; dalle estasi dell’eroina e della cocaina alla rabbia verso una società, quella italiana, che non riesce ad aiutare chi vive in miseria e non ha mezzi per riscattarsi.
Nato a Roma il 30/7/1949 tra le baracche del Rione Mandrione, Claudio cresce con un forte desiderio di affermazione, amplificato dalle umili origini della famiglia e da un futuro senza speranza: una spirale vertiginosa fatta di furti e rapine, amori e famiglia, rivolte e soprusi, arresti e condanne. Nel 1984, mentre sconta una lunga pena al carcere di Rebibbia, partecipa al primo progetto rieducativo per detenuti che si conclude con la messa in scena dell’Antigone di Sofocle: “un estremo atto d’amore” sono le parole che lo stesso Claudio usa per descrivere la sua esperienza con il teatro.
Come spesso accade, questi “eroi negativi” hanno dei tratti caratteriali forti che li distinguono dalla gente comune. Foschini aveva sicuramente un grande talento: raccontare e sapersi raccontare.
Lo spettacolo “Un estremo atto d’amore” riprende fedelmente le parole di Claudio in un unico monologo, a cui vengono contrapposti dei brevi passaggi dell’Antigone di Sofocle, affidati alla regia sonora: al linguaggio franco, lucido e sagace di Foschini viene contrapposto il tono aulico della tragedia greca, un “coro” che ci ritrae.
La musica e il sound design, diffusi in esafonia attraverso sei altoparlanti disposti intorno al pubblico, sostengono le fondamenta della narrazione e accolgono il pubblico all’interno di una gabbia virtuale immersiva quanto suggestiva “fatta di prigioni reali e prigioni interne, che sono le peggiori”.
una produzione Compagnia GenoveseBeltramo e Viso Collettivo
con Riccardo Salvini, Luca Morino e Federico Pianciola
regia di Viren Beltramo
durata: 60 minuti
una produzione Compagnia GenoveseBeltramo e Viso Collettivo
con Riccardo Salvini, Luca Morino e Federico Pianciola
regia di Viren Beltramo
durata: 60 minuti