17/01/2025
ore 21:00
Teatro della Tosse
“È la storia di un viaggio che ho fatto insieme a Martina nel novembre del 2018. Siamo partiti da casa nostra, in Val Borbera, e siamo arrivati a Milano a piedi. Abbiamo chiuso casa, dato da mangiare agli animali e ci siamo messi a camminare verso una delle città più conosciute e collegate del mondo”.
Un viaggio esilarante e disperato alla ricerca di qualcosa che manca sempre e sembra impossibile da trovare.
“Siamo un cumulo di lutti e di gioie, tenuto insieme con lo scotch. Pieni di buchi, di mancanze. È per questo motivo che partiamo. Per cercare qualcosa che si trova sempre in qualche altro posto, in qualche altra vita. Desideriamo andare via per l’eternità, per un weekend, per un’ora. Anche quando le nostre vite ce lo impediscono. Eppure dovremmo farlo tutti i giorni. Tutti i giorni dovremmo viaggiare. Nella vita non abbiamo molte altre occasioni per imparare a vivere.”
Lo spettacolo è caratterizzato da tre momenti di racconto. Diario: Maurizio Carucci racconta il viaggio vero e proprio, giorno per giorno, attraverso aneddoti e episodi cruciali incontrati durante il cammino. Onirico: la voce narrante si mischia a musiche elettroniche e si perde in riflessioni sul cibo, sull’ambiente, sull’amore e sul passato dell’autore. Notturno: il momento in cui Carucci canta le sue canzoni e quelle degli Ex-Otago al piano.
Un viaggio dentro al viaggio, che comincia in una Marassi anni 90, tutta carcere e stadio, e che sembra essere destinato a non finire mai. A piedi, ai cinque all’ora, in mezzo alla bruma, in balia di tangenziali feroci e sentieri impantanati, scoperte inaspettate e liti furibonde.
Un viaggio di due persone che non sempre riescono a essere a loro agio in questa epoca, in questa storia.
“E camminiamo come se dovessimo arrivare da qualche parte, ma il viaggio è finito. Non c’è più niente da vedere o da dire a questo punto. Sono le tre del pomeriggio di una bellissima giornata di fine novembre, sul naviglio pavese ci sono due poveri cristi che camminano un po’ intontiti ad una ventina di metri uno dall’altro e con le mani vuote. Siamo noi”.
“È la storia di un viaggio che ho fatto insieme a Martina nel novembre del 2018. Siamo partiti da casa nostra, in Val Borbera, e siamo arrivati a Milano a piedi. Abbiamo chiuso casa, dato da mangiare agli animali e ci siamo messi a camminare verso una delle città più conosciute e collegate del mondo”.
Un viaggio esilarante e disperato alla ricerca di qualcosa che manca sempre e sembra impossibile da trovare.
“Siamo un cumulo di lutti e di gioie, tenuto insieme con lo scotch. Pieni di buchi, di mancanze. È per questo motivo che partiamo. Per cercare qualcosa che si trova sempre in qualche altro posto, in qualche altra vita. Desideriamo andare via per l’eternità, per un weekend, per un’ora. Anche quando le nostre vite ce lo impediscono. Eppure dovremmo farlo tutti i giorni. Tutti i giorni dovremmo viaggiare. Nella vita non abbiamo molte altre occasioni per imparare a vivere.”
Lo spettacolo è caratterizzato da tre momenti di racconto. Diario: Maurizio Carucci racconta il viaggio vero e proprio, giorno per giorno, attraverso aneddoti e episodi cruciali incontrati durante il cammino. Onirico: la voce narrante si mischia a musiche elettroniche e si perde in riflessioni sul cibo, sull’ambiente, sull’amore e sul passato dell’autore. Notturno: il momento in cui Carucci canta le sue canzoni e quelle degli Ex-Otago al piano.
Un viaggio dentro al viaggio, che comincia in una Marassi anni 90, tutta carcere e stadio, e che sembra essere destinato a non finire mai. A piedi, ai cinque all’ora, in mezzo alla bruma, in balia di tangenziali feroci e sentieri impantanati, scoperte inaspettate e liti furibonde.
Un viaggio di due persone che non sempre riescono a essere a loro agio in questa epoca, in questa storia.
“E camminiamo come se dovessimo arrivare da qualche parte, ma il viaggio è finito. Non c’è più niente da vedere o da dire a questo punto. Sono le tre del pomeriggio di una bellissima giornata di fine novembre, sul naviglio pavese ci sono due poveri cristi che camminano un po’ intontiti ad una ventina di metri uno dall’altro e con le mani vuote. Siamo noi”.
regia Filippo Rossi
voce narrante e pianoforte Maurizio Carucci
durata: 80 minuti
regia Filippo Rossi
voce narrante e pianoforte Maurizio Carucci
durata: 80 minuti