L'ultima parola

Barletti/Waas

Lea Barletti e Werner Waas in un duello tra Beckett e Handke, grandi maestri del teatro, in cui la recitazione incontra la performance, il passato si scontra con il presente, l’arte di recitare si misura con quella di ascoltare, la ripetizione con l’imprevedibilità del qui e ora.

Un unico spettacolo per due testi diversi, due monologhi lontanissimi in tutto, giocati uno di seguito all’altro come in un dialogo, come un’eco, per favorire un confronto sul potere e la memoria. Ma come nasce un dialogo? Chi avrà l’ultima parola? L’attore di Beckett o la donna senza nome di Handke? Ma soprattutto: è davvero necessario che qualcuno abbia l’ultima parola?

Ci sono diversi fantasmi, anzi si può dire che questo nostro spettacolo sia letteralmente infestato di fantasmi. Nella prima parte – L’ultimo nastro di Krapp – appare il fantasma della donna che poi prenderà la parola nel testo di Handke, nel quale, a sua volta, c’è il fantasma di Krapp, protagonista del monologo precedente. C’è poi il fantasma dell’amore, e dell’oggetto del desiderio, e non dimentichiamoci poi del fantasma di Beckett stesso. Per quanto riguarda Krapp, ancora, c’è il fantasma di un certo tipo di teatro, il fantasma di un personaggio, e infine il fantasma di un io perduto. E proprio questo io perduto, infine, è ciò che accomuna i due testi: il fantasma dell’io, e in un certo senso, anche il fantasma della vita.
Barletti/Waas

Testi
L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett
Finché il giorno non vi separi di Peter Handke

progetto, interpretazione e regia Lea Barletti e Werner Waas

prod. Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, Barletti/Waas, TPE – Teatro Piemonte Europa, Florian

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