QUELLO BONANIMA

Faustin Caviggia è un tranquillo e bonario pensionato genovese, costretto da un po' di tempo a vivere suo malgrado in uno sperduto paesino dell'entroterra ligure, dove non c'è verso di trovare un altro gentiluomo con cui scambiare qualche battuta e come unico svago passa le sue giornate alla ricerca di funghi su per i monti del circondario. Oltretutto è anche costretto a sopportare una situazione famigliare deprimente. Ha una moglie e una figlia, che da circa un anno è rimasta vedova del beneamato marito Giulio (personaggio che non compare fisicamente, ma solo nei dialoghi e nei numerosi quadri appesi alle pareti). Quest'ultimo era un apprezzato consulente finanziario, che aveva tenuto in amministrazione anche gli interessi dell'amico di famiglia Bacciccin e di sua moglie Zaira. Per parte sua invece aveva in poco tempo accumulato una ingente quantità di debiti e giunto alla disperazione, per questo si era tolto la vita. La figlia Lea e la moglie Albina, ancora in strettissimo lutto per il tragico evento sono confortate dall'affetto degli amici Bacciccin e di sua moglie, nonché della anziana domestica Filomena, che non perdono occasione per ricordare il defunto Giulio, presente in tutti i quadri appesi alle pareti, con sommo disappunto di Faustin che lo detesta, costretto anche a ripianare una parte dei debiti del genero, quando ancora era in vita.

Compagnia La Torretta

regia Lorenzo Morena

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