Edda, Ascesa e caduta di una figlia ribelle

Festival Teatrale dell'Acquedotto "Storie che non finiremo mai di raccontare" 2024

Edda, figlia primogenita di Mussolini, nasce a Forlì nel 1910. Benito le mette il nome della protagonista del dramma di Ibsen. Edda cresce assistendo alle riunioni politiche negli scantinati e diventa una donna emancipata, che indossa i pantaloni e il bikini, ama le macchine e fuma. Non proprio il modello di donna caro a suo padre, che però è legato a lei da una sorta di complicità, che lei ricambia con l'adorazione.

La determinazione rese Edda la donna più celebre dell'epoca: viziata, venale, non istruita ma intelligente, infedele e appariscente, brillante, diplomatica, selvaggia e coraggiosa, forte e leale. Fu la confidente del padre durante i 20 anni di governo fascista, agendo come inviata sia in Germania che in Gran Bretagna e giocando un ruolo nel guidare l’Italia ad allearsi con Hitler. 

Nel 1930 Edda ventenne sposò un giovane diplomatico, Galeazzo Ciano, che in privato chiamava “Gallo”. Nacque così la coppia dorata e affascinante che ha attraversato la grande storia sotto i riflettori. La parabola discendente per loro e per il Fascismo iniziò nel 1943, quando Ciano votò contro Mussolini nel Gran Consiglio del fascismo per farlo cadere, e il suocero non lo perdonò, condannandolo a morte. Edda rimase sempre vicino al marito e odiò il padre, arrivando anche a usare i Diari di Ciano come ricatto con i tedeschi, ma tutto fu vano. 

Il testo EDDA di Chiara Migliorini è una specie di “anatomia del fascismo”: fascismo inteso come una costruzione politica e mentale di una pratica di potere che ha condizionato a lungo la vita pubblica e privata degli italiani; e che – ancora oggi – periodicamente si riaffaccia alla ribalta con le sue ideologie, strutture, sigilli di fierezza, ostentazioni di conquiste. 

EDDA è anche il simbolo di un sistema che crolla su sé stesso: una donna che aspira a volare alto senza valutare il rischio della caduta, in nome di un amore smisurato, cieco e fanatico.

Oggi cosa cerca chi aspira al potere? E oggi quanto sono presenti quei neri fantasmi di ieri, con i loro ideali infranti che credevamo seppelliti nella cenere, dalla quale rialzano periodicamente la loro macabra testa? 

di e con Chiara Migliorini

Regia di Gianfranco Pedullà

Musiche di Francesco Giorgi e costumi di Veronica di Pietrantonio

Produzione: Teatro Popolare d'Arte

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