Artemisia Gentileschi, cuore di cesare in corpo di donna

Festival Teatrale dell'Acquedotto "Storie che non finiremo mai di raccontare" 2024

Siamo nella sala principale di una mostra multimediale dedicata alla pittrice seicentesca Artemisia Gentileschi. Un critico d'arte illustra al pubblico i più grandi capolavori dell'artista utilizzando un linguaggio asettico, freddo e didascalico. All'improvviso però, come evocata da un'urgenza di verità, quella che fu la vera Artemisia, indignata, si manifesta in carne e ossa, ritornando dal suo passato con il solo scopo di raccontare e raccontarsi al pubblico come mai aveva fatto. E lo fa rievocando gli episodi più emblematici di quella che è stata una vita a completo servizio dell'Arte e dell'amore per la pittura. La vedremo bambina muovere i primi passi nella bottega del padre, poi ragazza al cospetto del proprio stupratore Agostino Tassi. Ci sarà quindi l''umiliazione del processo, l'inaspettata ma doverosa vittoria, il riconoscimento da parte dei più eminenti personaggi dell'epoca, uno fra tutti Galileo Galilei ed infine la meritata fama che la porterà lontano: addirittura a Londra. Evocando voci, situazioni e personaggi, Artemisia ci porta nel suo mondo. E quale miglior modo per farlo, se non quello di guidare lo spettatore all'interno di questa storia attraverso i suoi quadri. Opere che introducono e scandiscono il tempo della vita della protagonista, come se in ognuno di essi, in qualche modo, ci fosse un filo invisibile che li lega non solo l'uno all'altro ma anche alle proprie vicende personali. Un filo che, ancora oggi, ci racconta l'incredibile esistenza di una donna capace di distinguersi in un mondo fortemente dominato dagli uomini.

Artemisia Gentileschi rappresenta tutte quelle donne che sono riuscite ad emanciparsi e a non sottomettersi ad un destino già segnato. Una donna che ha saputo risollevarsi di fronte al proprio carnefice e di fronte all'universo maschile. Fatto ancor più sorprendente se pensiamo all'epoca in cui la Gentileschi

visse: tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo.

Una donna che, oltre a subire uno stupro, fu torturata in ambito processuale. Una donna che seppe alzare la testa ed eccellere con le proprie forze. Nonostante fosse pagata meno dei propri colleghi uomini, con la propria veracità ed il suo incontestabile talento, la Gentileschi riuscirà sempre ad essere considerata al pari di qualsiasi altro artista guadagnando l’ammirazione del mondo a lei contemporaneo.

Di Fiorenzo Baini

adattamento drammaturgico regia e sonoro: Andrea Benfante

Con Anna Giarrocco e Andrea Benfante

Produzione Il Teatrino di Bisanzio

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